martedì 31 ottobre 2017

E ALL’IMPROVVISO….UNO SPIRAGLIO DI LUCE di Donatella Quartarone


Nuvoloni densi, color piombo, si avvicinano alla spiaggia, guerrieri minacciosi in procinto di attaccare il nemico.  Decidiamo di ignorarli. Non sembra prevista pioggia per oggi; l’ha detto anche il meteo e pare che non si sbagli mai, o quasi.

Dall’orizzonte, in lontananza, arriva il brontolio cupo dei tuoni; strisce di vapore grigie segnalano i temporali in corso nella zona. I lampi illuminano il cielo come serpentelli guizzanti.

Tutti sappiamo che questo è il momento più pericoloso. Quando ancora non piove e l’aria è carica d’elettricità, i fulmini si abbattono subdoli e spietati sulla spiaggia e sul mare. Capita spesso qui. Bagnanti ignari sono colpiti da saette, attirate magari da una catenina d’oro o da un cellulare acceso.

In Salento la natura è violenta; ha lo stesso carattere esuberante delle sue giovani e avvenenti donne. L’estate non è fatta di sfumature, toni bassi. Piove di rado e il sole non dà tregua. A volte sulla spiaggia si aspetta con sollievo quella nuvoletta candida come un velo da sposa che, per un attimo, copra il sole implacabile, regalando un momento di refrigerio.

In ogni modo, non c’è da fidarsi nemmeno quando il cielo è terso, la luce abbagliante e il mare è fermo come un arcobaleno con tante tonalità d’azzurro, da quella madreperlacea del bagnasciuga al blu cobalto dell’orizzonte. Poiché, all’improvviso, in quell’immobilità perfetta e senza tempo, si alza un vento dispettoso di tramontana che, in un secondo, trascina in mare tutto ciò che incontra.

Gli ombrelloni, se non sono ancorati con una fune a una grossa pietra, volano via come fuscelli. I materassini e i palloni sono risucchiati e, in un battito di ciglia, sono irraggiungibili, puntini rotolanti all’orizzonte, verso la Calabria. Anche fare il bagno può essere pieno di insidie. La corrente ti porta al largo senza accorgertene. “Porta dietro”, dicono da queste parti.

Ma ecco che adesso il temporale si scatena in tutto il suo fragore. Goccioloni violenti macchiano di scuro e bucano la sabbia dorata. Il mare ha assunto il colore di un cappuccino schiumoso.

Ci siamo traccheggiati, spettatori ipnotizzati da uno scenario grandioso e adesso ne paghiamo le conseguenze. In fretta, raccogliamo le nostre cose e saliamo svelti lungo il sentiero d’arbusti verso il lungomare, riparandoci sotto l’ombrellone. Io rimango indietro, fradicia, affannata: perfino il respiro si riempie d’acqua!

Ci rifugiamo in macchina, cercando di asciugarci, ma i teli sono più bagnati di noi. Al chiuso fa un caldo umido soffocante. Apro il finestrino, ma uno spruzzo mi riempie gli occhi di pioggia. Lascio un piccolo spiraglio, giusto per respirare.

Partiamo lentamente, in silenzio. Nessuno ha voglia di tornare a casa; sono soltanto le undici e immaginiamo già cosa potrebbe accadere tra poco.

Infatti, mentre percorriamo, senza fretta, la strada che conduce in paese, dieci chilometri di ulivi e vigne, la pioggia comincia a rallentare il suo ritmo, piano piano, fino a scendere con la cadenza di un contagocce.

Il sole non è scomparso affatto, per oggi. E’ ancora lì, dietro le nuvole, pronto a fare capolino. Non si fa attendere. Uno spiraglio di luce s’insinua tra due nubi; sembra timido, ma poi s’infonde coraggio e sguscia fuori vittorioso. Il sole dopo la pioggia è molto più caldo e forte. Come se l’acqua scrosciante lo rigenerasse, regalandogli nuovo vigore e luminosità.

Ci lanciamo uno sguardo d’intesa. Torniamo indietro!

Scendiamo lungo il sentiero. Gli arbusti umidi di rosmarino selvatico e di ginepro sprigionano un profumo inebriante. La pioggia generosa ha risvegliato gli odori un po’ assopiti dalla calura estiva; ha donato maggiore brillantezza al verde della macchia mediterranea.

La spiaggia è bagnata; tempo un’ora e la sabbia sarà di nuovo calda e asciutta. La giornata, ricca d’emozioni, ha messo a tutti una gran fame. Mangiamo in piedi focacce al pomodoro. Affondiamo con avidità i denti in quella soffice delizia, una carezza per il palato, tutto il sapore del sud in un solo boccone! Assaporiamo poi la fragranza del melone giallo, colore e profumo di sole.

Visto che i teli sono ancora umidi, decido di fare una passeggiata in riva al mare. Respiro a pieni polmoni l’odore intenso di salmastro. Ogni fibra del mio corpo, ogni poro della pelle fa scorta di quest’aria preziosa. Mi sento piena d’energia, come rigenerata da nuova linfa. Vorrei tanto camminare per ore, fino allo sfinimento, ma le gambe cominciano ben presto a cedere, nella fatica di affondare i piedi a ogni passo. Ho il fiato affannato e un gran mal di schiena. Mi siedo su un piccolo scoglio a osservare le onde bianche schiumose, sempre più piccole, sempre meno irruente.

La natura sta cominciando a fare pace con se stessa. Anch’io mi sento parte di questa nuova quiete; il mio respiro adesso è lieve, lento come la caduta di una piuma. Ho perso la percezione del tempo. Sono trascorse ore, o forse minuti, istanti. Non c’è quasi più nessuno sulla spiaggia. Qualcuno sarà sicuramente preoccupato per la mia lunga assenza e forse mi sta venendo incontro.

Vedo infatti in lontananza due puntini neri…sempre più grandi. Il puntino più piccolo agita le braccia in segno di saluto. All’improvviso mi risveglio da quest’incantamento. Faccio un po’ fatica a ritornare alla realtà ma poi abbandono lo scoglio e m’incammino verso di loro, felice.

 Il tramonto non si fa troppo attendere alla fine d’agosto qui al sud e il sole regala al mare strisce d’oro cangiante,  prima di scomparire dietro le dune.

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