lunedì 1 maggio 2017

BAMBINA, IL RIFUGIO DELLE CREATURE MARINE, E IL PRIMO INCONTRO CON LA REALTÀ di Cecille Cafca Burns

Era il gennaio dell’85. Punta del Este si schiudeva pescosa ai turisti nel frullio massimo dell’alta stagione. Bambina era con sua madre sulla Playa Brava all’altezza di Parada 12, davanti al secolare Hotel-San-Rafael-in-stile-Tudor-tutto-mattoni-rossi, dove stavano trascorrendo le vacanze. Era un tipico giorno di vento e sole intrecciati, di quelli che la sera ci si accorgeva delle ustioni di secondo grado, e Bambina aveva passato le ultime due ore sulla spiaggia a creare un rifugio per le creature marine finite in crisi nel bagnasciuga. Nella vasca protetta da alte pareti di sabbia, c’erano nove meduse, alcune cristalline in atteggiamenti di aquagym attorno ad altre immobili evidentemente malate, un trio di granchi da una chela sola, e un paio di bivalvini in fin di vita, tutti a mollo nei pochi centimetri di acqua di oceano.
Bambina, sentendosi insolata e stanca alla schiena, si alzò rimirando la sua piscina-clinica con occhio commosso. La bassa marea sarebbe durata almeno altre dodici ore, e la piscina poteva reggere. Almeno per queste creature la morte avrebbe tardato ancora. Il giorno prima il vento aveva portato un leone marino sulla spiaggia. Sicuramente veniva dall’isola Gorriti. La povera bestia era così disorientata che aveva risalito il molo fin dentro l’hotel, e si era presentata in accettazione quasi volesse prenotare una stanza. Infatti, fu l’ispirazione dell’ideale missione di salvataggio intrapresa la mattina dopo. Per un leone marino bisogna fare un rifugio grande il triplo di questo, insomma. Mentre Bambina formulava questo pensiero, dal nulla sono apparse due ragazzine più grandi, che senza fermarsi davanti al rifugio, hanno preso a calci le pareti buttando nella piscina tutta la sabbia, e guardando ogni tanto all’indietro se ne sono andate sghignazzando.
Due meduse erano sotterrate, le altre annaspavano, i bivalvini erano arrivati alla loro fine, e dei tre granchi non c’era altro che una chela che spuntava accusando direttamente il sole.
Bambina si rivolse a sua madre.
«Ma perché l’hanno fatto?»

«Per cattiveria.»

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