giovedì 2 febbraio 2017

GLI ALBERI VOLANO di Sabrina Carollo

Prima la potatura. Richiede decisione, fermezza, esperienza. Devi sapere dove tagliare, avere gli attrezzi adeguati per farlo, conoscere il momento adatto. Anzi, sentirlo. Devi capire la pianta, percepire quando è assopita e operare in modo veloce. Puoi ridere quanto vuoi se ti dico che le piante soffrono: ma se non sei in grado di stabilire una connessione, per quanto correttamente applicherai le regole non avrai mai fiori rigogliosi.

Devi ripulire bene i rami, togliere le foglie in eccesso, controllare i germogli e sfoltire. Sfoltire è fondamentale: rami troppo lunghi fanno perdere forza alla pianta. Ci sono situazioni che non si possono recuperare: malattie, fragilità, parassiti, gelo. Qualunque sia stata la causa, arriva il momento di tagliare. Recidi senza titubanze, sapendo che quello che fai è giusto, e buono. Niente andrà perduto: quelle parti tagliate finiranno nell’angolo del compostaggio, per rinascere come nutrimento.

Poi spazza tutto il giardino: prima con il rastrello, per togliere gli scarti più voluminosi, quindi con il raccoglifoglie. Non aver paura di strappare i fiori tra l’erba: resisteranno. Togli ciò che soffoca, ripulisci il terreno, smuovilo per far penetrare più ossigeno. 

Lavora bene sotto l’acero: le disamare, i suoi frutti alati, sono maturate e cadute in grande quantità. Quest’anno sono volate meno lontano del solito: avevano ali piccole e affaticate. Ecco, prova a scuotere il tronco: vedrai le disamare danzare nell’aria, volteggiando gentili prima di posarsi a terra. Quando le ali sono abbastanza larghe riescono a spostarsi per lunghi tratti.

Per volare è necessario possedere delle ali e avere un sogno. Il sogno di guardare più in là, di spingersi più lontano. Ecco, le disamare sono il sogno dell’albero di essere un viaggiatore. Se si potessero seguire le linee degli alberi sulla terra, unendoli per specie, si potrebbero tracciare le vie dei canti vegetali.

A volte le ali sono troppo piccole, a volte lo sono i sogni. Quest’anno, l’acero ha prodotto frutti dalle ali annichilite, fragili, instabili. Per questo dovremo potare anche lui, quando sarà il momento: perché l’anno prossimo possa tornare a sognare tanto, e a volare lontano.

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