martedì 1 novembre 2016

UNA PROGRESSIVA PERDITA D'IMPORTANZA di Francesco Barilli

Dio appariva tutte le sere alle 20.45 in punto. Iniziò, annunciato da uno scintillio nel cielo fragoroso che ogni essere vivente su questa Terra ascoltò nello stesso istante, un attimo di sospensione a cui tutti, anche chi non poteva udire, tendevano l’orecchio.

Il fenomeno non poteva essere ripreso con la telecamera, forse per questo a nessuno, chissà perché, venne in mente di annunciare in televisione, o su una App telefonica, che Nostro Signore anche stasera avrebbe parlato. Tutti conoscevano ogni singola parola dei discorsi che Dio ogni sera pronunciava. Diventò un’abitudine che sparse di saggezza i cuori degli uomini. Tutto il resto perse importanza. La certezza, visibile con i propri occhi- anche per chi non poteva fisicamente vedere- dell’esistenza di Dio tolse la voglia di rubare, di uccidere, di tramare alle spalle del prossimo, di invidiare. Persino d’ingozzarsi. I sette peccati capitali vennero meno, per mancanza d’interesse, spazzati via assieme agli atei, gli unici davvero fregati dall’intera faccenda.

Intendiamoci, nessuna sceneggiata biblica, o coranica, o da altro testo sacro conosciuto. Nessun chakra che si apre, nessuna Madonna che schiaccia la testa al serpente, niente lingue di fuoco, nessuna apocalisse. Chi faceva arte continuò a dipingere, a scolpire, a recitare e creare. Nessuna influenza sul senso dell’umorismo, il sesso o la voglia di vivere in generale. Solo la grande domanda, la grande paura circa il significato della propria vita nell’universo, riguardo la vita dopo la morte, l’anima e bla bla se ne andarono. La vita continuò, inquinando di meno, arrabbiandosi di meno. Non fu proprio pace, amore e autocoscienza, anche se i primi giorni i capi spirituali i predicatori e i profittatori provarono a mettere il cappello sulla presenza di Dio, inventandosi moniti, regole e minacce come al solito. La gente continuò ad ammalarsi, a volte a guarire,a volte a morire. A nessuno però passò per la testa che fossero il segno di qualche redenzione o punizione. Povertà, ricchezza: tutto affogò in una progressiva perdita d’importanza.

C’era chi moriva e scopriva l’ultimo dei segreti da conoscere. Ma c’era anche chi, una volta morto, continuava a camminare sulla Terra. Venivano chiamati i Tristi, si diceva fossero gli unici a non vedere più Dio. O forse lo sentivano, ma il loro cuore morto restava arido alle grida del Signore. I morti che camminavano non erano più brutti, macilenti e paurosi di come erano stati in vita. Niente di tutto ciò. Erano solo persone tristi che non avevano terminato il loro viaggio nel mondo. Ci si chiese questi Tristi fossero stati atei in precedenza, ma neppure questa ipotesi trovò un qualche riscontro. Tutte le principali ragioni per cui una persona solitamente diviene atea, cioè il dolore irrisolto per un lutto, il senso d’ingiustizia di fronte al mondo, l’amarezza e la solitudine, col consueto travestimento della ragione, non c’entravano.  Quando uno dei Tristi sceglieva finalmente l’Aldilà, i suoi cari organizzavano una grande festa, con musica e cibo. Con il morto viaggiante che tornava alla fine alla sua casa e si adagiava sul letto per non alzarsi più.

Da quando Dio aveva iniziato a parlare, questo l’aspetto più singolare, nessuno ebbe paura che non sarebbe apparso anche il giorno successivo.  Diventò per tutti una realtà conclamata, come il sorgere del sole il giorno dopo o il cielo terso alla fine di una giornata di pioggia. Divenne uno dei tanti miracoli che accadono davanti ai nostri occhi a cui l’abitudine fa perdere importanza, giorno dopo giorno. La voce di Dio si continuò a sentire, a lungo, poi come era apparsa, piano piano anche la presenza di Dio, così potente all’inizio, cominciò a perdere la sua importanza. Si dette un nuovo nome al miracolo e si iniziò a chiamare Dio col nome di Pensiero, Anima, Coscienza.

A poco a poco, alcuni cominciarono a pensare che ci fosse bisogno di un Dio di nuovo presente nel mondo. E iniziarono a costruire chiese, templi e santuari. Altri pensarono invece che la voce dentro di sé fosse troppo flebile, e credettero che Dio si fosse scordato di noi. Alcuni infine presero a sentirsi soli, e a odiarlo  per questa loro solitudine, camuffando come sempre il proprio sentimento con ragionamenti logici e razionali, come se si potesse argomentare l’amore o la mancanza dell’amore.

Insomma furono scritti i soliti libri, che per la maggior parte nessuno lesse, a spendere parole, che quasi tutti presto dimenticarono. I miracoli quotidiani intanto proseguirono, in una progressiva perdita d’importanza.

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