lunedì 1 agosto 2016

L'INTERVISTA di Roxana Iftime e Marco Bianchini


Dopo infinite telefonate e altrettanti messaggi, mail, suppliche ecco che la nostra redazione riceve una risposta. Positiva. Il più grande attore dei nostri tempi, uno dei più seguiti, un opinionista di fama nazionale e al tempo stesso la persona più difficile da raggiungere nel nostro paese, lui, il cui nome non c'è nemmeno bisogno di fare, perché già dalle prime righe risuona nelle teste dei lettori, proprio lui, decide per la prima volta nella sua carriera di parlare con un giornalista, di lasciare un'intervista. La redazione, in un atto di fede assoluta manda me all'appuntamento. Caldo. Attesa infinita, ma piena di domande. Di quelle domande che mi sono proposta di fargli e per le quali l'ho seguito con religiosità rigogliosa per mesi interi, sulla scena, sulla rete, nei giornali di gossip che per vendere s'inventano episodi assurdi sulla vita di questo personaggio che piano piano è diventato un mito del nostro tempo. Domande sul suo ultimo libro, sulle lezioni di teatro che impartisce con tanta facilità ovunque si trovi, sull'impegno sociale per cui tutti lo elogiano, sul mondo, sulla crisi. Su tutto ciò di cui è esperto, quindi su Tutto. Ci incontriamo lungo la strada che deve percorrere per adempiere ai suoi impegni. I patti sono questi, io lo seguirò come un'ombra curiosa tutto il giorno, e quando avrà tempo mi risponderà a qualche domanda. Non devo registrare, ne fare foto. Carta e penna. Arriva.

In primo luogo vorrei ringraziarla per aver consentito di lasciare quest'intervista in prima
assoluta per il nostro giornale e chiederle come mai ha preferito non parlarci fin'ora visto che tutti parlano di lei?

Beh, evidentemente perché sommando le cifre della data di oggi otteniamo il numero di repliche del mio ultimo lavoro. Concedo interviste solo in giorni come questi..

L'uscita del suo ultimo libro si prospetta un successo internazionale, con presentazioni in tutto il continente, ma il titolo che ha deciso di dargli è molto interessante e difficilmente
traducibile, anche se parla chiaramente di problemi universali e sopratutto di quel mestiere,
l'Arte che ha il compito di unire i popoli, le culture, gli ideali. Anche questa, un'idea originale, senz'altro.

In realtà dei 9 capitoli del libro, 8 sono dedicati alle mie analisi del sangue.

Lei, nelle sue magistrali lezioni di teatro parla di tecniche, a suo dire molto personali, come “il percorso assente”, “l'immedesimazione” e altre, ma ci sono stati alcuni critici teatrali che hanno scosso la testa di fronte a tutto ciò. Come se lo spiega e come risponde loro?
Davanti a me scuotono la testa perché “io sono una partita di tennis”...

Cosa manca all'Arte e in particolare al teatro oggi, per arrivare a tutti i cittadini?Per riempire
le sale di spettacolo? Per essere seguito come lei lo è?

Manca il sale...si fidi di me.

Alcuni contestano le sue capacità pedagogiche riferendo il fatto che nessuno dei suoi allievi ha mai fatto strada, anzi alcuni di loro hanno deciso di cambiare mestiere in seguito ai suoi seminari. Nel libro parla anche di percorso interiore e di come i suoi metodi mettono le persone di fronte a domande profondi, ma non pensa in alcuni casi è giusto dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”?

Questa domanda mi fa cacare.

Prima mi sono permessa di fare la citazione del Vangelo, perché parte del suo intenso lavoro consiste anche in questo, riportare i maestri del passato all'attenzione dei giovani attraverso citazioni che lei s'impegna di proporre ciclicamente sui social media. Anzi, per questo  motivo e male lingue l'hanno accusata di plagio e a volte di retorica e di ridondanza.

Ma lei crede davvero nel efficacia dei moderni mezzi di comunicazione?

 

Se ci credo? Ha mai fatto caso che Sim e Dio hanno lo stesso numero di lettere?

E sempre per restare “social”. Parliamo del suo impegno sociale e civico a cui si dedica con tanto zelo. La lotta per il diritto di volo delle anatre cittadine. Si è anche impegnato assieme a ricercatori dell'Università di Salford per abbattere il mito secondo il quale il verso delle anatre non produce l'eco. Come sappiamo, la ricerca è andata a buon fine essendo smentita tale tesi, dimostrando che l'eco c'è, ma è difficilmente percepibile alle nostre orecchie. Lei ha promesso ai suoi ammiratori che avrebbe restituito testimonianza di quest'esperienza in scena. E' già in preparazione lo spettacolo?

Si, è ambientato in un centro benessere che sta chiudendo per bancarotta fraudolenta, una storia
terribile. Molte anatre muoiono. Perché la vita è come il volo di un'anatra..vede avrei tante cose da
poterle raccontare ma non sopporto le risposte più lunghe delle domande. Allora mi impegno a fare domande quanto più lunghe per strappargli informazioni e risposte più articolate.

Lei ha fatto un numero incredibile di spettacoli nel ruolo del protagonista, ha ideato una serie di performance teatrali che girano ancor oggi l'Italia, ha diretto piccole e grandi produzioni artistiche, ma non si è mai interessato al cinema, nonostante le innumerevoli proposte  che ha ricevuto. La sua scelta ha fatto scalpore e i suoi ammiratori si sono divisi fra quelli delusi e quelli che sostengono questa scelta. Pensa che in futuro potrà rivedere la sua opinione?

Il cinema è come il sesamo nero, e ho detto tutto...

E dopo tutto l'impegno che si è preso con la società italiana e con l'Arte universale, pensa che
arriveranno i riconoscimenti ufficiali, i premi, i titoli e le onorificenze? Ma il mio intervistato non mi risponde più. La giornata è finita e io non saprò mai se non mi risponde più per il tramonto o per la mia mancata preparazione, Già, nel suo paese gli hanno dedicato la via principale ed è diventato cittadino onorifico di 30 borghi d'Italia. Già! Ma la redazione approverà mai quest'articolo
?

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