venerdì 5 febbraio 2016

TRIS di Francesco Mancini


Leandro insegna materie filosofiche. Veste impeccabilmente. La sua dizione è accurata. Ha pubblicato articoli e saggi, ha anche scritto un romanzo (filosofico). Sviscera gli antichi e i moderni e i collaterali, considera, pone e antepone questioni a voce alta guardando fuori dalla finestra bianca, davanti a una diecina d’alunni. Ogni tanto viene distratto da immagini di onorificenze con sindaci con la fascia, presidenti che gli stringono la mano, signore di famiglie importanti in decolté che applaudono rapite. Dribbla quelle immagini con destrezza però, non perde pathos.

Cristina, sua alunna ventenne, enorme chioma di capelli neri ricci e occhi aggressivi, lo segue masticando chewing-gum e prendendo appunti sul raccoglitore a fiorellini, facendo caso di tanto in tanto a ciò che dice Leandro, ma più spesso pensandosi nuda su un’ amaca nel giardino della casa in campagna del professore, mentre lui l'accarezza sussurrandole cose bellissime sui massimi sistemi e sulla vita che avrebbero potuto, anzi dovuto, vivere insieme. Sopra: il cielo stellato. A portata di mano: joint e coctails. In cucina: la filippina a preparar la cena.

Sandro, ventenne, occhiali e barba incolta a ciuffi radi scomposti, è seduto accanto a Cristina. Anche lui prende appunti cercando di comprendere e sintetizzare. Continuamente l’occhio gli cade sul seno di Cristina perfettamente modellato che preme sulla maglietta aderentissima come se chiedesse di essere liberato per poter urlare. Ogni tanto, al sussultare di Cristina per i colpi di mascella al suddetto chewing-gum, sussulta anche lui. Intanto si immagina Cristina nuda: in bagno, in sauna, al mare, in montagna, in campagna tra manghi e bisce. La visualizza con forza che si contorce supplicante sotto di lui, lodando con grida spezzate le sue capacità amatorie. I suoi occhi si fanno più grandi, il suo battito cardiaco accelera. La sua penna si spezza sul notes.

 

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