venerdì 5 febbraio 2016

AEREI di Giovanna Daddi


Quando prendi un aereo. Ovvero del perché tutte le statistiche del mondo non servono a mantenere la calma.

 
Il check in.

I tuoi diritti costituzionali sono di fatto sospesi. Individui inespressivi (che chiameremo guardie aeroportuali) ti guardano con occhi vuoti e privi di sentimento, dando per scontato che hai qualcosa da nascondere. Spulciano tutto. Ma se ne strafregano dell'accendino che hai in tasca, al chè ti viene da autodenunciarti spontaneamente dicendo "ma guardi che ho una potenziale arma!" ...poi ci ripensi, meglio che stai zitta perché quando scenderai (SE scenderai...) avrai bisogno di fumare un pacchetto subito.

Poi la domanda fatidica "ha dei liquidi?" e te a quel punto tiri fuori con velocità supersonica la tua boccetta salvavita: lo xanax gocce, gridando "guardi che ho il certificato eh!" certificato che per sicurezza hai fatto redigere in sette lingue, non si sa mai. Loro ti guardano con malcelato compatimento e ti dicono "vada pure".

 
La navetta

Ti caricano su una navetta, stipata, che ti porta all'imbarco: sai che quelli sono gli ultimi minuti che passerai sulla terra, entro poco tempo sarai sospesa nel vuoto. E inizi a non stare tanto bene.

 
L'imbarco.

Sali sull'aereo, mostrando la carta e tutto, e vai, muovendoti come uno zombie, a cercare il tuo posto. Le fauci sono già secche e iniziano le palpitazioni, perciò pensi "perché non prendere subito le gocce? perché aspettare!?" E così assumi diligentemente l'oblio, ti siedi e inizi a essere lievemente più calma.

 
Gli assistenti di volo.

Eccoli. Falsi. Dovrebbero rassicurarti, ma si vede benissimo che i loro sorrisi sono finti e di circostanza...Poi iniziano "quella cosa". Nelle intenzioni sarebbe la spiegazione del comportamento da tenere in caso di disastro (eh si, diciamolo! chiamiamolo con il suo nome: la sciagura che non lascia superstiti). Nei fatti, e agli occhi di tutti noi, stanno semplicemente ballando Macho man dei Village People senza musica. Tanto che a te, stonata dal tranquillante, ti viene quasi spontaneo di partecipare e inizi allegramente a muovere le braccia. Finché non arriva il punto peggiore dell'esibizione: quando, con i loro ditini, ti indicano le uscite. Eh certo! Perché è chiaro che in caso di incidente la prima cosa che fai è uscire dall'aereo no? Vai e ti lanci in caduta libera nel vuoto da 11 mila piedi! Come non pensarci da soli?!....

 
Il tragitto

Per quante gocce tu possa aver preso, ogni minimo sobbalzo, lucetta rossa, suonino di comunicazione del pilota, ti provoca una fibrillazione atriale da pre infarto, dopo la quale, stremata, svieni per alcuni minuti (o ore a seconda della dose e della durata del viaggio della speranza).

 
L'atterraggio.

E' ovviamente il momento preferito. E anche quello che dimostra inequivocabilmente che tutti, ma proprio tutti, in realtà hanno paura di volare: parte l'applauso scrosciante. Secondo voi è una manifestazione di apprezzamento per il pilota? Macchè! E' puro ed estatico sollievo per non essere morti! Siamo vivi, chi lo avrebbe mai detto! E giù a spellarsi le mani. Qualcuno bacia la foto della mamma.

Ce l'hai fatta, per questa volta. Anche se già pensi al viaggio di ritorno. Ma comunque godiamoci questo momento unico e irripetibile (sempre che non venga guastato dalla notizia che il tuo bagaglio, stranamente e purtroppo, è in Cina, da solo).

 

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