domenica 4 ottobre 2015

RACCONTINO-DELLA-PULCE-N.1-NELLA-VECCHIA-FATTORIA di Verdiana Raw


Dalla collina sembra un temporale come tanti, forse un tuono più roboante,il fulmine che illumina quasi tutta la cucina, neanche il cane si accorge che in un pezzetto di città nel frattempo volano balconi interi, tegole sfondano i vetri delle macchine, alberi implodono al suolo senza pietà. Pini rugosi, promessa fallace di buona parte del territorio della nazione.

Il giorno dopo gli amici si telefonano fra loro per sapere se qualcuno si è fatto male, chi ha vissuto in prima persona il nubifragio ha avuto forti attacchi di panico, ma contenuti quel tanto che basta per fermarsi nel mezzo della tromba d'aria e scattare quante più toccanti foto di ragazzine con le gonne al ginocchio rifugiate su mezzi di fortuna galleggianti o di espressioni contorte di coppie in delirio che si stanno fiondando nei portoni con gli abiti i capelli e gli ombrelli stravolti. Per alcuni l'adrenalina che si scatena ha il sapore del grande pettegolezzo che interrompe barbaramente un appuntamento di lavoro compito, così segretamente tanti piccoli brividi percorrono le pareti della mente. Forse qualche triste e scabrosa novità tutta da immaginare, visioni dettagliate di rami caduti in testa (ma senza feriti gravi) e passeggini inghiottiti dai vortici d'acqua (ma privi di infante; sarebbe troppo lavoro per la coscienza riciclare cotanta malignità).

Tutto questo mentre Fede sonnecchia, sbircia il cellulare, legge i messaggi 'STATE BENE?' -state chi?- 'DOVE SEI' di ore prima la cugina. Lo sveglia la botta di cecità che gli regala lo schermo del telefono. Un occhio tondo e lucido lo guarda poco teneramente e  trema spostandosi insieme alla testa, qua e là dal collo di piume nere.

Si sofferma, seduto, di tre quarti allo specchio verticale e lungo che ha inchiodato al muro accanto al letto. Le occhiaie, ci sono. Fedeli alla linea. Gli occhi chiari e a forma di furbizia, quasi aperti. Si lascia cadere indietro tenendosi le mani strette alla pancia in eccesso, non ha controllato se il cuscino sia dove si ricordava di averlo lasciato quando ha deciso di provare a riposare orizzontale. Si rannicchia veloce di fianco, tocca le ginocchia con il mento, ne mordicchia la pelle callosa e ispida di peli incarniti.

 

-Questa casa è come nuova, vuota dal 2004...cioè, dal...2009. O forse...insomma...attenzione!il parquet lì è scheggiato. No, no, sì.Può lasciare qui dentro il cappotto, signora. O signorina? Non che abbia troppi dubbi, ma sa, è più corretto e professionale nel caso che...Dicevo che l'ultimo inquilino era un ragazzo poco più che quarantenne, ci viveva con una gallina molto simpatica, una di quelle delle nostre zone, con il collare nero, sapete? Si trovava bene. Un linguaggio nobile e aulico e...aulico e...uh,uh! Quando uso questo termine mi perdo nei ricordi, sa, ho fatto il Liceo Classico Pungitopo, in Centro. Il ragazzo aveva sofferto di mutismo selettivo da bambino e non amava colloquiare con i vicini, a quanto pare. Neanche con il macellaio, neanche con la tabaccaia, quella della bottega 'Ortofrutta Cincigliano' manco l'ha visto in quasi un anno di permanenza qui in collina. Aveva un suo modo di girare in paese, evitando tratti di strada che mai e poi mai, dico mai,ritengo avrebbe calpestato neppure per sbaglio...Quando entrava e si chiudeva la porta alle spalle, beh', la trasformazione! I muri sono abbastanza spessi per tenere freschi d'estate e caldi d'inverno,ma non abbastanza da nascondere esternazioni così ardenti e appassionati! Uh, non aveva parole che per...Ehm...un attimo solo, apro la zanzariera...la gallina,per la gallina, la chiamava Felicita e questo è tutto. Minchia come è dura, scusate la volgarità...Volevo farvi osservare la capacità luminosa di questa stanza, appare buia adesso ma vi assicuro che se riuscissi ad aprire, alzare...spostare di lato.Il ragazzo, Federico, una notte è andato via senza avvertire nessuno, lo saranno venuto a prendere perché la macchina non si è mai mossa dal suo posto, non ci sono mai stati segni di scasso. Quella Giunto rossa laggiù è la sua, non si può dire che abbiano fatto passi avanti con le indagini. Praticamente non vorrei essere nella persona che si prenderà la briga di spostarla, ci avranno fatto il nido serpi ragni e scorpioni, uh,uh, pare una ricetta da strega. Ooooh, finalmente si è aperta...Dio! Che schifo! Sono desolato, tutti questi

-Non si preoccupi, ho calcolato che dovrò fare amicizia con tanti begli insetti qui in campagna. E la gallina?

-Lei ha una gallina?

-No.

-Purtroppo la devo avvertire che chi sta al primo piano non ha diritto in nessuna forma al terreno retrostante.

-Felicita. La gallina Felicita, che fine ha fatto?

Mentre l'agente immobiliare T.R. si muove a grandi falcate roteando su se stesso manco fosse un sufi in crisi mistica, Natalina ha mal di testa. Si volta a scatti. Lentamente decide di non osservare più il suo interlocutore, che faccia la sua danza da venditore poco raffinato. Già l'armadio a muro alla destra dell'ingresso le sta antipatico; riflette senza ritegno una immagine lontana dal viso impresso nella sua memoria. Ma cosa sono quei capelli stopposi?!E quelle guance da criceto malato?! No grazie, tu rimarrai un idiota armadio a muro mentre io salverò la faccia da ogni autoflagellazione estetica. Almeno per oggi, Natalina si osserva invece i piedi con relative scarpe a punta. Ma quando cavolo si è convinta che anche a lei piacciano le scarpe a punta? 'Dio, che cagata!' pensa continuamente, e più cerca di distogliere lo sguardo dalle estremità anteriori degli stivaletti, più il cervello non ha altro da fare che spingerla ad osservarle e biasimare la sua pessima scelta.

-Portava un cappello? A punta? Giallo?

-Non che io sappia. Questa era l'ultima stanza, lo può intuire da sé dal momento che è un monolocale...uh,uh! La sua pettinatura mi mette di buonumore, mi deve scusare! Andiamo a vedere il giardino?

'Renegade Immobiliare, hai poco da sghignazzare con quei pantaloni strappati da adolescente stracresciuto che ti ritrovi. Lui aveva sicuramente un cappello a punta giallo, magari non lo indossava spesso. Nella mia fantasia così è e così rimane. Ma poi secondo te cosa mi fregherebbe di questo tizio e della sua gallina Felicita, nonchè della sua Giunto nidodiserpi?'

Natalina serra le labbra, le mandibole riaccendono l'atavico ormai ineluttabile dolore da bruxismo perenne, cammina stretta nel vestito come un panino nel domopak. Verrà a vivere qui a Cincigliano, già lo sa. La fretta di non rivedere mai più neanche un superstite delle sue vecchie compagnie amicali le fa sbattere, sente, le palpebre più rapidamente del solito. Il battito cardiaco si mantiene sulla frequenza adatta a far da doppiaggio ad un elicottero in volo. Tutto regolare, insomma. Il Sufi Renegade Immobiliare è già fluito lungo le scale,poi fuori all'aria grazie ad un saltino a piedi uniti dall'ultimo scalino, 'Che nausea gli uomini senza calzini.'Natalina recupera la funzionalità dell'apparato respiratorio,tossicchia e desidera di non aver smesso di fumare.

-Ho smesso di fumare e...devo andare, la casa la prendo, mi contatti Lunedì.

Mentre dice le ultime parole senza prendere fiato, Renegade ha l'aria di colpo stanca e inebetita, indifferente. Le mani dalla dita incollate fra loro che sembrano palmate, si rilassano, entrano subito in tutte le tasche che ha. Quasi immediatamente stimolato dalla confessione non richiesta di Natalina, afferra golosamente una sigaretta e aspira la boccata iniziale sciogliendosi in un languido, vero sorriso,il primo da quando lei lo ha conosciuto.

-Bene, avvertirò il rappresentante che il 5b alla Fattoria è stato preso.La saluto.

Ingobbito e molle trascina i piedi fino alla Naked, compiendo tutti i rituali necessari per sgommare via facendo un gran casino, e approfittando del cancello aperto da una inquilina del condominio che sta rientrando a piedi dal mercato del Mercoledì in piazza Salbelli.

Natalina non resiste alla tentazione di catturare la sua immagine da capo a piedi in una sola occhiata.

'Renegade mi dai la nausea. E tu, biondina insulsa. Spero non mi darai gli stessi problemi di Federico'. Ultimo pensiero prima di indietreggiare un poco, abbassare lo sguardo fino alle  scarpe e chinarsi a grattarne la superficie con l'unghia dell'indice destro. Si rialza pigramente, sistema le pieghe del vestito che si sono formate nella zona della vita e della pancia. Impettita torna alla bicicletta lasciata sotto al ciliegio. Ad un tratto,poco prima di inforcarla, ha un sussulto, si blocca come impietrita, spalanca gli occhi che parrebbero tenuti aperti a forza da uno stecchino; un singhiozzo. Una piuma spunta veloce dalle labbra schiuse di Natalina, mentre arriccia il naso e pensa: 'Coccodè'. Per una serie di casi non tornerà più alla Fattoria.

 

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