domenica 1 marzo 2015

SCRITTO DI NATALE di Verdiana Raw

Caro inquilino.
In ordine: lo stereo, la radio, la televisione.
In ordine di sfruttamento decrescente: la radio, lo stereo, la televisione.
Non avevo la televisione da circa dodici anni, ora è lì dove sin da quando ho messo piede in questa casa, prima ancora di sapere che ci avrei dormito, vedevo la sua
 sagoma pacifica. Lineare.
Un regalo può svelare molte aspettative, ignorate, richieste di bandiera bianca.
 Facendo  ruzzolare pirotecnici i sensi di colpa. Come perle dal filo, naturalmente
spezzato, una volta che si è stropicciata fino a sciuparsi irreversibilmente la mia faccia migliore.

Gentile inquilino.
Avevamo deciso una volta per tutte, s'erano strette le mani, cosa mancasse non so in quel pomeriggio.
Non farmi cadere in tentazione. E' tutto ciò che questa forza centripeta la Mente, fa cascare adesso nella sacca dei ricordi più indolenti. Eppure di tentativi ne
sono stati fatti, ad oggi, quasi cinque al giorno, due all'ora, tre al minuto, venti al secondo. Lascia fare , ti invitavo e pure con cortesia,
lascia fare ogni bega riguardo ai conflitti di interessi, l'incoerenza e le contraddizioni. Ho studiato per questo, per occuparmi di affari neri, neri di seppia,
 carbone,
bruciori di stomaco.Te li trovo io gli scudi più adatti, gli appigli eleganti da esibire alle rare cene fra amici. Amici, sempre di qualcun'altro, ovviamente. Ma
l'appellativo rimane pur valido.

Ed invece, Caro inquilino?
Cosa mai si sarà smarrito in questi mesi, se non giammai il mio senso dell'umorismo. La cosa che mi era più cara, in fondo. Le lotte culturali fra questa parte di muro
l'immagine di là dalla finestra, cosa mai vorranno queste genti al posto di una comparsata di Eco sui canali nazionali, una intervista alla bianca Fracci al tg di
mezzogiorno, in coda alla classifica degli assassini più eleganti del secolo scorso?

Gentile inquilino.
Che delusione.
Da quando non è rimasta che la fase rem vessillo di silenzio, qui nel mio ufficio è tutto un caos. Continuano ad arrivare i fantasmi del tuo passato, tuo rimosso, tuo
 scordato
e quanto di più nascosto vi sia rimasto della tua quotidianità incenerita. Si lamentano, spruzzano saliva fantasmagorica dalle bocche impastate per l'ansia di
prendersi
la rivincita sul tuo aspro giudizio.
Un intellettuale, un emerito, un sapiente ed un rigoroso attendente del ministero del raziocinio ornamentale. ha ceduto in cambio di metà dentatura e dei capelli a
 cornice
della fronte.
Prima, una rivista più leggera, una simpatica margherita ridipinta, e potevo sempre esibire quella settimana dedicata alla lettura dei saggi sul
 pensiero
di Simone Weil accompagnata da un'intensa volontà di cominciare la pratica meditativa. Non mediti, lo so. Ma la consapevolezza della necessità, sai quanto valga
perlomeno per stordire ed eludere i Controlli della Coscienza.
Ora,sappiamo bene quale sarà la nostra fine.

Caro inquilino.
E' vero, aborro il silenzio, da quel giorno. Tanto mi era salvifico al pensiero l'isolamento di questo paese di montagna, che ha un albero di Natale di otto metri in piazza
ma non ha l'adsl.
Vorrei condurre te e i fantasmi per mano a ricostruire il girotondo orginale, quello che non è poi mai comparso accennato sulle tue veline. Una volta camminavo su di un
 tronco svuotato
e leggero, e la carne del collo cominciava a sgretolarsi come si disfacesse da sè, per sè, lasciando l'immagine in balìa di onde anomale e punte di grigi inservibili.
E le braccia non si imbiancavano con facilità, poichè i colori molti fuori dalla cornice della visuale monoculare ritornavano idee tropicali ma composte.
 Quando
molti quadri si susseguono nel sonno posso lasciarti ai tuoi dubbi senza esserne coinvolto; sullo sfondo si ingrandisce ogni mattina di più ed ogni notte di meno,
 il volto
della ragazza dai capelli corti e neri, con una mano sollevata di fronte al naso, una sigaretta vuota come il sogno. Come ero magra, ripete, chiusa e gobba nella
 Cinquecento
rossa, un vestito nero come gli occhi ridisegna i confini del corpo già provato dallo spazio che ha sccelto per comunicarmi il suo messaggio. Non è felice di ciò
che di lei
rimarrà agli spettatori del film nel suo momento più intimo e rubato dal mio vuoto sogno, vuoto come la sua sigaretta, sospesa di fornte al suo naso,
 appena sotto i suoi occhi neri.
Non avrò mai modo di fuggire la delicatezza che agogno e che prende adesso la forma di una lunga treccia color vermiglio accomodata come sanguisuga intorno alla tua
testa grossa, grossa come il mare. Entro in un disegno di Sughi, ed è perennemente notte azzurra verde e blu. Un intellettuale sperso sciolto nel succo d'arancia.

Il tuo ufficio, caro inquilino, ospiterà presto tutti i rimorsi del mondo.


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