Caro inquilino.
In ordine: lo stereo, la radio, la televisione.
In ordine di sfruttamento decrescente: la radio, lo stereo,
la televisione.
Non avevo la televisione da circa dodici anni, ora è lì dove
sin da quando ho messo piede in questa casa, prima ancora di sapere che ci
avrei dormito, vedevo la sua
sagoma pacifica. Lineare.
Un regalo può svelare molte aspettative, ignorate, richieste
di bandiera bianca.
Facendo ruzzolare pirotecnici i sensi di colpa.
Come perle dal filo, naturalmente
spezzato, una volta che si è stropicciata fino a sciuparsi
irreversibilmente la mia faccia migliore.
Gentile inquilino.
Avevamo deciso una volta per tutte, s'erano strette le mani,
cosa mancasse non so in quel pomeriggio.
Non farmi cadere in tentazione. E' tutto ciò che questa
forza centripeta la Mente, fa cascare adesso nella sacca dei ricordi più
indolenti. Eppure di tentativi ne
sono stati fatti, ad oggi, quasi cinque al giorno, due
all'ora, tre al minuto, venti al secondo. Lascia fare , ti invitavo e pure con
cortesia,
lascia fare ogni bega riguardo ai conflitti di interessi,
l'incoerenza e le contraddizioni. Ho studiato per questo, per occuparmi di
affari neri, neri di seppia,
carbone,
bruciori di stomaco.Te li trovo io gli scudi più adatti, gli
appigli eleganti da esibire alle rare cene fra amici. Amici, sempre di
qualcun'altro, ovviamente. Ma
l'appellativo rimane pur valido.
Ed invece, Caro inquilino?
Cosa mai si sarà smarrito in questi mesi, se non giammai il
mio senso dell'umorismo. La cosa che mi era più cara, in fondo. Le lotte
culturali fra questa parte di muro
l'immagine di là dalla finestra, cosa mai vorranno queste
genti al posto di una comparsata di Eco sui canali nazionali, una intervista
alla bianca Fracci al tg di
mezzogiorno, in coda alla classifica degli assassini più
eleganti del secolo scorso?
Gentile inquilino.
Che delusione.
Da quando non è rimasta che la fase rem vessillo di
silenzio, qui nel mio ufficio è tutto un caos. Continuano ad arrivare i
fantasmi del tuo passato, tuo rimosso, tuo
scordato
e quanto di più nascosto vi sia rimasto della tua
quotidianità incenerita. Si lamentano, spruzzano saliva fantasmagorica dalle
bocche impastate per l'ansia di
prendersi
la rivincita sul tuo aspro giudizio.
Un intellettuale, un emerito, un sapiente ed un rigoroso
attendente del ministero del raziocinio ornamentale. ha ceduto in cambio di
metà dentatura e dei capelli a
cornice
della fronte.
Prima, una rivista più leggera, una simpatica margherita
ridipinta, e potevo sempre esibire quella settimana dedicata alla lettura dei
saggi sul
pensiero
di Simone Weil accompagnata da un'intensa volontà di
cominciare la pratica meditativa. Non mediti, lo so. Ma la consapevolezza della
necessità, sai quanto valga
perlomeno per stordire ed eludere i Controlli della
Coscienza.
Ora,sappiamo bene quale sarà la nostra fine.
Caro inquilino.
E' vero, aborro il silenzio, da quel giorno. Tanto mi era
salvifico al pensiero l'isolamento di questo paese di montagna, che ha un
albero di Natale di otto metri in piazza
ma non ha l'adsl.
Vorrei condurre te e i fantasmi per mano a ricostruire il
girotondo orginale, quello che non è poi mai comparso accennato sulle tue
veline. Una volta camminavo su di un
tronco svuotato
e leggero, e la carne del collo cominciava a sgretolarsi
come si disfacesse da sè, per sè, lasciando l'immagine in balìa di onde anomale
e punte di grigi inservibili.
E le braccia non si imbiancavano con facilità, poichè i
colori molti fuori dalla cornice della visuale monoculare ritornavano idee
tropicali ma composte.
Quando
molti quadri si susseguono nel sonno posso lasciarti ai tuoi
dubbi senza esserne coinvolto; sullo sfondo si ingrandisce ogni mattina di più
ed ogni notte di meno,
il volto
della ragazza dai capelli corti e neri, con una mano
sollevata di fronte al naso, una sigaretta vuota come il sogno. Come ero magra,
ripete, chiusa e gobba nella
Cinquecento
rossa, un vestito nero come gli occhi ridisegna i confini
del corpo già provato dallo spazio che ha sccelto per comunicarmi il suo
messaggio. Non è felice di ciò
che di lei
rimarrà agli spettatori del film nel suo momento più intimo
e rubato dal mio vuoto sogno, vuoto come la sua sigaretta, sospesa di fornte al
suo naso,
appena sotto i suoi occhi neri.
Non avrò mai modo di fuggire la delicatezza che agogno e che
prende adesso la forma di una lunga treccia color vermiglio accomodata come
sanguisuga intorno alla tua
testa grossa, grossa come il mare. Entro in un disegno di
Sughi, ed è perennemente notte azzurra verde e blu. Un intellettuale sperso
sciolto nel succo d'arancia.
Il tuo ufficio, caro inquilino, ospiterà presto tutti i
rimorsi del mondo.
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