“Tu credi in Cristo? “
“Se mi aiuti a uscire di
qui credo anche in Vishnu, Brahama e Shiva.“
“Sei consapevole che è
morto per redimere i nostri peccati? “
“Certo. Nulla ha potuto
per redimere i nostri cervelli. Altrimenti doveva morire e risorgere altre tre
o quattro volte. “
“Sei stata battezzata? “
“Ho fatto anche la prima
comunione e la cresima. Zia Martha ha le foto. Ha anche le foto dell’estrema
unzione del nonno, se glielo chiedi. “
“Sei pentita di quello
che hai fatto? “
“Sì, certo. Sono
pentita. Ma non credo che al Governatore interessi. Siamo in campagna
elettorale e deve far vedere il pugno di ferro con i criminali. “
“Non sembri dare segno
di pentimento. “
“Sono passati 12 anni.
Ho pensato a quello che ho fatto centinaia di volte. Ho scritto lettere, ho
scritto memorie. Ho perfino pregato. Adesso sono solo stanca. Voglio solo che
tutto finisca. Mi ucciderei, se avessi il coraggio. “
“Il suicidio è un
peccato agli occhi di Dio. “
“Questa è bella. Tra
qualche giorno lo Stato mi uccide in nome di Dio, però se ne ha a male se lo
faccio da me.“
“La pena di morte è
prevista dalla legge. “
“Già. Non è una fortuna?
“
Mark Ashton era il
Presidente della Lega dei Valori per la Famiglia. Oltre a questo era il
Procuratore che aveva chiesto la pena di morte per Carlotta Ramirez, 38 anni
prima, che 12 anni prima aveva ucciso una ragazza durante una rapina. Se
pensate che sia strano che un devoto cristiano si accanisca contro una donna
chiedendone la pena di morte, provate a pensare a quanto sia strano che Ashton
conosca Carlotta da 39 anni, un anno in più degli anni della ragazza. Essendo
stata concepita con una malformazione che la rendeva a rischio, Ashton e la sua
associazione si batté perché la bambina potesse nascere. Contro gli abortisti, che dicevano di
difendere a salute della madre. Contro l’eugenetica e a favore dei diritti del
concepito, Ashton si era battuto come un leone. Con lo stesso vigore con cui
anni più tardi ha chiesto la pena di morte per Carlotta. Annullando ogni ipotesi
di attenuante, scagliandosi contro la crudeltà di quel gesto violento e
disperato. Dipingendo la 26 enne Carlotta come un rettile viscido scappato
dall’inferno per togliere la vita di un uomo, un ragazzo cristiano senza colpe,
strappato dalle braccia della sua famiglia. Strappato dalle braccia: fu questa
l’espressione usata da Ashton nella sua requisitoria che convinse i 12 devoti
cristiani della giuria a emettere la sentenza capitale.
Certo, forse se Ashton
avesse saputo che la bambina che aveva stretto tra le braccia appena nata era
la stessa faccia sporca da portoricana che guardava oggi con disprezzo, magari
avrebbe avuto qualche argomento per riflettere. Ma non lo sapeva, e ignaro come
la maggior parte di noi, continuava a operare le sue scelte convinto di essere
nel giusto. Ironico no? Ma non è finita.
“Ho parlato con Wilkins,
il Segretario del Governatore.“
“Digli che la foto di
lui accanto al caminetto che mi ha inviato a Natale scorso l’ho molto
apprezzata. “
“Wilkins è l’unico che
ha a cuore la tua storia.“
“E sono finita nel
Braccio della Morte. Efficace, mi sembra. “
“Fa quello che può. “
“Anche io. Pensa che
avevo una gran voglia di pulirmi il didietro con quella foto. E invece niente.“
“Se solo potessimo
invocare l’infermità. “
“Perdonami se non sono
totalmente idiota. E scusami se non sono abbastanza fotogenica da attirare la
pietà degli elettori nei tuoi appelli in tv. “
Brett Daniels,
dell’Associazione contro la Pena di Morte, scoppiò a piangere. In mesi di
battaglie non solo non era riuscito a salvare Carlotta, ma neppure le era
diventato amico. Forse dipendeva dal fatto che 39 anni prima, lui e Wilkins che
oggi vogliono salvarla, erano Presidente e Vice Presidente del comitato
abortista che si batteva perché la vita della nascitura Carlotta fosse
soppressa prima di nascere. Per il suo bene, intendiamoci. E anche per quello
della madre, la cui salute era in pericolo. Era grande il rischio di malattia
per la piccola e troppo esigue le speranze di una vita sana. Meglio ucciderla,
allora. E meglio salvarla oggi. In difesa della vita. Ironico, no? Ma non è
finita.
Alle 9.46 di quella
sera, un colpo apoplettico colpì Carlotta, facendola stramazzare al suolo
davanti alla sua carceriera durante il controllo serale. La carceriera si
chiamava Rachele Orshaw, aveva 31 anni e da convinta sostenitrice della pena
capitale telefonò immediatamente al pronto soccorso.
June Pauls, 34 anni,
sostenitrice della pena capitale, e Carl Richardson, 36 anni, abortista, furono
gli infermieri che si prodigarono per salvare la vita a Carlotta affinché si
presentasse all’appuntamento con la sua pena di morte, prevista per il giorno
successivo alle 17. Riuscirono nel loro intento, almeno in parte. Perché
Carlotta rimase in coma per diverse settimane, a spese dello Stato nell’ospedale
di Hillsdale.
Si presentò a questo
punto, viste le scarse possibilità di recupero della paziente, la spinosa
questione se staccare o meno la spina. La Lega dei Valori per la Famiglia
capitanata da Ashton si disse contraria. L’uomo non aveva il diritto di
spegnere una vita che Dio per i suoi disegni stava tenendo accesa. Era
contrario alla Chiesa Presbiteriana, era contrario a ciò che Dio voleva.
Fu a questo punto che
l’associazione di Daniels e Wilkins operò una campagna di stampa cercando di convincere
la famiglia che era molto più pietoso staccare la spina invece che prolungare
quello che secondo loro era un costoso accanimento terapeutico che provocava,
loro ne erano certi, interminabili sofferenze alla paziente.
Carlotta Ramirez morì
tre mesi dopo, a seguito di un calo di tensione che provocò un lieve ma letale
sobbalzo alle macchine che la tenevano artificialmente in vita. Segno che
Cristo, Vishnu, Brahama e Shiva avevano deciso che stavolta era davvero finita.
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